PRONTUARIO DI PRINCÌPI E TESI TOMISTI

a cura di Marcello Di Tora o.p.

Per una consultazione online de La Somma Teologica, cf. http://www.fulvionapoli.it/sommateologica/somma.htm e http://www.corpusthomisticum.org/iopera.html.

Posto che in una sede a parte si siano stabiliti i fondamenti ultimi di ogni teologia, rappresentati dalla configurazione tra la natura e la grazia (che per Tommaso non distrugge la natura, ma la suppone e la porta a perfezione), da cui si configurano i rapporti tra la ragione e la fede[1] – questioni su cui si è concentrata l’enciclica di Giovanni Paolo II Fides et ratio (che si richiama a s. Tommaso nei nn. 43-45.57-59.61.(74).77-78), vengono qui proposti quei principi (o tesi) filosofico-teologici ricavati dai testi di Tommaso d’Aquino (che l’Aquinate giustifica argomentando), particolarmente utili per lo studio della filosofia e della teologia.

Dal momento che il pensiero di Tommaso d’Aquino – proclamato Dottore della Chiesa da Pio V nel 1567 – è accolto dal magistero della chiesa (cf. OT 16 e GS 10) su tutti i campi della filosofia e della teologia (da qui il titolo di “Dottore Comune” assegnatoli da Pio XI nella Studiorum Ducem, del 1923), ad eccezione della questione riguardante l’Immacolata (su cui, peraltro, Tommaso non era ostile a priori), che invece è dogma di fede, si darà particolarmente risalto alle concordanze e/o citazioni del Magistero, in particolare dei papi. Il testo presenta pertanto le principali citazioni tommasiane che riscontriamo nei documenti magisteriali. Vista la produzione continua del magistero, questa raccolta è sempre in divenire e soggetta a continui aggiornamenti.

All’inizio di questa presentazione, viene evidenziata la recezione del pensiero tommasiano da parte del Catechismo della Chiesa Cattolica e del Concilio Vaticano II. Va osservato, peraltro, che in questa collezione vengono riportate le citazioni esplicite, ma occorre tenere presente anche di tante citazioni implicite. Si veda, ad esempio la dottrina della natura umana di Cristo, strumento della sua divinità (citata in SC 5), o quella relativa al destino del primo uomo se non avesse peccato (in GS 18).

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[1] S. Th.,(La Somma Teologica), I (Parte Prima),  q. (questione) 2, a. (articolo) 2 ad (risposta alla obiezione) 1; II-I, 1,5; De Ver. (Questione disputata La verità), q. 14,a. 9 ad 8; Fides et Ratio 43 e 75

«Sempre proposto come maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia» (FR 43)

«La Chiesa ha fatto spesso riferimento alla dottrina tomistica di legge naturale, assumendola nel proprio insegnamento morale» (Giovanni Paolo II, Enc. Veritatis splendor, 44).

Citazioni dal Catechismo Chiesa Cattolica: n. 61	Citazioni dal Concilio Vaticano II: n. 39
Linguaggio su Dio 34 43 310
Dio, e felicità e comunione dei santi 1718 947 271 no causa peccato 311
Creazione 293
Peccato originale 404 412
Angelologia 350
Interpretazione Scrittura 112 116	Inerranza biblica: DV 11
Rivelazione 38
Fede 184 170 163 157
Cristologia 1545, 460 1548 555 556 627	- La vita di Cristo si diffonde nei credenti mediante i sacramenti: LG 7 - Lo Spirito Santo paragonato all’anima: LG 7
Legge naturale: fine e mezzi: 1955 1759 1951 1902	Legge naturale: DH 3
Legge 1976 1964	- Vita sociale richiesta dalla natura uomo: GS 25 - Proprietà privata e bene comune: GS 69 (2 v.) - In caso di necessità si ha il diritto di procurarsi il necessario dalle ricchezze altrui: GS 69
Passioni 1767
Prudenza 1806	Virtù di religione richiede la libertà: DH 3
Ira 2302
Legittima difesa 2263, 2264
Consigli ev.  1973	- Matrimonio dotato di molteplici valori e fini: GS 48 - Consigli evangelici: LG 42 (2 v.); LG 44 (2 v.)
Maria 511
Chiesa 795 1118	- Funzione apostolica di fondare la chiesa: AG 6 (6 v.) - Attività missionaria tende alla pienezza escatologica: AG 9 - Coloro che ignorano il Vangelo sono ordinati al popolo di Dio: LG 16 - Vescovi esercitano carità pastorale mediante sacramento ricevuto: LG 41 (3 v.) - Santi intercedono per noi: LG 49
Eucarestia 1374 1381	- Compiti dei discepoli di Cristo: PO 4 - Sacramenti ordinati all’Eucarestia: PO 5 (2 v.) - Nell’Eucar. tutto il bene della Chiesa: PO 5 (2 v.) - I presbiteri chiamati a trasmettere la loro contemplazione: PO 13 - Effetto Euc. è creare unità del corpo mistico: LG 26
Battezzati 904	- Chiamati a testimoniare pubblicamente la fede: LG 11
Carattere 1305
Cresima 1308	Con la cresima più strettamente obbligati a diffondere e difendere la fede: LG 1 (3 v.)
1° Comandamento: le immagini 2132
3° Comandamento: la Domenica 2176
8° Comandamento: la verità 2469
Pater 2763 2774
Def peccato 1849
Peccato mortale e veniale def.  1856
Def. Fede 155
Def. sacramenti 1130 1210 1211 1128
Def. amore 1766	- Santità di vita proposta a tutti i cristiani: LG 40 - Carità regola tutti i mezzi di santificazione: LG 42

Citato dal magistero della chiesa su: la rivelazione (DS 3005 3288 3289 3793 3830); la Scrittura (4216); la teodicea (3330 3251); la Trinità (2698 3326 3815 4780); lo Spirito Santo (4116 4780); la cristologia (2698 3274 3321 3352 3924); la grazia (3320 3815); la virtù e il peccato (2044 2110 3267 3729 3936); la chiesa (870 3309 3806 3811 3816 4140 4151 4166 4169); i sacramenti (1310 1694 1994 2552 3362 3701 4112 4599 4600); il battesimo (4127); la confermazione (4127); l’ordine morale (3936 3973 3981); la natura sociale dell’uomo (4325); sulla conoscibilità della verità (4242)

Le XXIV Tesi Tomistiche, approvate da San Pio X ed emanate dalla Sacra Congregazione degli studi (27 luglio 2014). Pio X col motu proropio Docotris angelici del 29.6.2014 aveva imposto alle scuole cattoliche di mantenere i principi della filosofia e teologia tomiste. Alcuni tomisti presentarono alla Congregazione una sintesi in 24 tesi metafisiche. A fronte di indirizzi filosofici diversi, la Congregazione precisò che le 24 tesi «esprimono l’autentica dottrina tomista e vengono proposte come sicure norme direttive», fermo restando che non sono vincolanti in modo assoluto: DS 3601-3624

METAFISICA I. La potenza e l’atto suddividono in tal modo l’ente, che tutto ciò che è, o è atto puro, o si forma necessariamente dalla potenza e dall’atto come due primi e intrinseci principi II. L’atto, poiché è la perfezione, non è limitato se non per mezzo dalla potenza, che è la capacità di perfezione. Pertanto, nell’ordine in cui l’atto è puro, in questo esiste soltanto illimitato ed unico; dove invece è finito e molteplice, si trova realmente composto con la potenza. III. Pertanto, Dio in quanto è assolutamente lo stesso esse, sussiste in sé unico e semplicissimo; tutte le altre cose, che partecipano dello stesso esse, hanno una natura per la quale l’esse è limitato e pertanto risultano di essenza e di essere come principi realmente distinti. IV. Il termine “ente”, preso come il participio di esse, non si dice di Dio e delle creature né univocamente né equivocamente ma analogicamente, con una analogia tanto di attribuzione e di proporzionalità. V. C'è pertanto in ogni creatura una composizione reale del soggetto sussistente con le forme aggiunte in modo secondario, o accidenti, che la completano; e queste, alla loro volta, non si comprendono se non come distinte realmente dalla sostanza. VI. Oltre gli accidenti assoluti c'è anche la relazione o ad aliquid (“a qualcosa”). Benché l’ad aliquid non significhi, nella sua propria ragione, una realtà inerente alla sostanza, spesso però ha la sua causa nelle cose e pertanto un’entità reale distinta dal soggetto. COSMOLOGIA VII. La creatura spirituale è nella sua essenza del tutto semplice. Ma rimane in essa una duplice composizione: l’essenza con l’essere e la sostanza con gli accidenti. VIII. Invece la creatura corporale è nella sua stessa essenza composta di potenza e atto, i quali, nella sfera dell'essenza, vengono indicati con i termini di materia e forma. IX. Nessuna di queste due parti ha un esse proprio indipendente (ha per sé l’essere), né si produce o distrugge senza l’altra e ciascuna può essere indicata (in senso derivato) come il principio sostanziale. X. Benché l’estensione in parti integrali appartenga alla corporeità, tuttavia nei corpi sostanza e quantità non si identificano. La sostanza infatti, nella sua essenza, è indivisibile non però come un punto matematico, ma come una realtà diversa dalle dimensioni. La quantità poi, che conferisce l'estensione alla sostanza, si distingue realmente dalla sostanza ed è un suo accidente in senso proprio. XI. La materia, in quanto si estrinseca nella quantità (la materia contrassegnata dalla quantità), è il principio d’individuazione ossia della distinzione numerica di un individuo dall'altro nella stessa natura specifica che non può avere luogo negli spiriti puri, di un individui dall’altro nella stessa natura specifica XII. E' in virtù della stessa quantità che un corpo occupa il suo luogo e uno soltanto, riguardo a qualsiasi potenza. PSICOLOGIA FILOSOFIICA (anima-corpo) XIII. I corpi si dividono in due ambiti: alcuni sono viventi, altri sono minerali privi di vita. Nei viventi, al fine di avere nello stesso soggetto parti che muovono e altre che sono mosse, l’anima, che è la forma sostanziale dei viventi, esige una struttura di organi ossia di parti eterogenee. XIV. I principi vitali (anime) della sfera vegetale e sensibile non hanno una propria sussistenza (non sussistono in nessun modo per sé), né una propria origine (non sono prodotte per sé), ma lo sono soltanto come principio che fa essere e vivere il corpo dal quale dipendono completamente e perciò cessano di essere con la corruzione del corpo. XV. Al contrario l'anima umana è per sé sussistente, la quale è creata da Dio e viene infusa nel corpo che si trova nelle disposizioni richieste e per sua natura è incorruttibile e immortale. XVI. La stessa anima razionale si unisce al corpo in modo da esserne l’unica forma sostanziale del medesimo, sì da conferire all'uomo di essere uomo a un tempo, e animale e vivente e corpo e sostanza ed ente. Pertanto è l’anima che attribuisce all’uomo ogni grado essenziale di perfezione; inoltre, l’anima comunica al corpo l’atto di essere che essa ha in sé. XVII. Dall’anima procedono per emanazione naturale facoltà di due ordini: quelle organiche e quelle inorganiche; le prime, che riguardano i sensi, hanno per soggetto il composto, le seconde l’anima soltanto. Pertanto l’uomo gode di una facoltà intrinsecamente indipendente dall’organo, che è l’intelletto. XVIII. L’intellettualità comporta necessariamente l’immaterialità, così che maggiore è l’immaterialità e maggiore è, di conseguenza, l’intellettualità. L'oggetto adeguato dell’intendere è in genere lo stesso ente. L’oggetto proprio dell’intelletto umano nel presente stato di unione è costituito dalle quiddità (“che cosa”) di ogni realtà, astratte dalle condizioni materiali. XIX. Quindi noi riceviamo la conoscenza dalle cose sensibili. Poiché poi il sensibile non è intelligibile in atto, tocca ammettere nell'anima ‑ oltre l'intelletto che formalmente conosce ‑ una facoltà che astragga le specie intelligibili dai fantasmi (“rappresentazioni sensibili”). XX. Queste specie ci fanno conoscere direttamente gli universali; i singolari li attingiamo sia con i sensi sia anche con l’intelletto mediante la collaborazione delle rappresentazioni; alle realtà spirituali poi ci eleviamo per analogia . XXI. All'intelletto fa seguito, non precede, la volontà, la quale di necessità tende a ciò che l’intelletto le presenta come bene e che soddisfa appieno la sua aspirazione; ma fra i molti beni che con criterio mutevole le vengono proposti, essa sceglie liberamente. La scelta poi consegue l’ultimo giudizio pratico, ma che sia l’ultimo, ciò dipende dalla volontà. TEOLOGIA FILOSOFICA XXII. Che Dio sia, non lo percepiamo con un’intuizione immediata, né lo dimostriamo a priori, ma propriamente a posteriori, cioè a partire dalle cose create (Rm 1,20), argomentando dagli effetti alla causa: cioè dalle cose che si muovono e non possono essere il principio adeguato del proprio movimento, al primo motore immobile; dalla subordinazione delle cause che si osserva nella natura, alla prima causa incausata; dalle cose corruttibili, che perciò possono essere e non essere, all’Ente assolutamente necessario; dalle perfezioni di essere, vivere, intendere che si presentano secondo gradi di più e meno, a Colui che è, vive e intende in grado supremo; infine dall’ordine dell’universo a un Intelletto separato che ha ordinato le cose, le ha ordinatamente disposte e le dirige al loro fine. XXIII. L’essenza divina, in quanto è identica al suo stesso esse in atto, o per il fatto che è l’Essere stesso sussistente (“ipsum Esse subsistens”), nel suo per così dire metafisico principio ci è presentata ben costituita, e per ciò stesso ci mostra la ragione della sua infinità nella perfezione XXIV. Pertanto Dio si distingue da tutte le cose finite grazie alla purezza del suo essere (“esse”). Da questo consegue anzitutto che il mondo non ha potuto derivare se non per creazione; di conseguenza a nessuna creatura finita può essere comunicabile la virtù creativa che per sé e anzitutto produce l’ens in quanto ens; infine, nessun agente creato può influire sull’esse di qualsiasi effetto se prima non è mosso dalla Causa prima.

Sintesi del pensiero filosofico-teologico tomistica:

1. il realismo della conoscenza, da cui scaturisce il primato della realtà sul soggetto conoscente e la verità è conformità con la realtà oggettiva;

2. distinzione e primato dell’Essere sussistente (nel quale essenza ed esistenza coincidono, dunque non è composto di essenza ed essere) sull’essere per partecipazione (angelo, uomo, animale, pianta, minerale): l’essere è l’atto ultimo di ogni essenza;

3. Dio (che è solo atto o atto puro) è trascendente e distinto dal mondo (composto di potenza e atto), ma è onnipresente;

4. L’uomo è composto di materia e forma, l’uomo di corpo e anima, l’angelo di essenza ed essere; 5. l’intelletto precede la volontà e la illumina, ma la volontà muove l’intelletto a conoscere e ad agire;

6. i principi primi speculativi e pratici sono oggettivi e fondati sulla natura e la realtà;

7. 7. la netta distinzione ma l’armonia tra l’ordine naturale e l’ordine soprannaturale, che per definizione è gratuito e libero; la natura umana è chiamata dalla grazia ad essere elevata all’ordine soprannaturale.

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[1] S. Th.,(La Somma Teologica), I (Parte Prima),  q. (questione) 2, a. (articolo) 2 ad (risposta alla obiezione) 1; II-I, 1,5; De Ver. (Questione disputata La verità), q. 14,a. 9 ad 8; Fides et Ratio 43 e 75